La pioggia scende, non fitta, non violenta, non intensa, ma leggera, come con poche gocce di diafane, che bagnano il prato e gli danno un...
La pioggia scende, non fitta, non violenta, non intensa, ma leggera, come con poche gocce di diafane, che bagnano il prato e gli danno un alimento, un colore, un dolore, un sapore, la vita. Tale è la poesia di Clelia Buonaiuto: una serie di frammenti, schegge, talvolta ossi di seppia, che agiscono e si muovono lungo il canale della memoria, dove vengono a costruire non tanti microcosmi ma un macrocosmo intimo, dolce, di tanto in tanto scosso da brividi e sussulti di vita e di morte.