Il giudice dei briganti
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Un’indagine su un mistero che si intreccia con il brigantaggio postunitario, il cui protagonista è Carlo, un magistrato in servizio,...
Un’indagine su un mistero che si intreccia con il brigantaggio postunitario, il cui protagonista è Carlo, un magistrato in servizio, incuriosito dal rinvenimento di due pistole nel doppiofondo di un armadio della masseria di famiglia, nella campagna lucana. Le armi casualmente scoperte da Carlo erano state sottratte nel 1861 a due carabinieri caduti in un agguato, in un punto non lontano dalla proprietà. Così Carlo, districandosi tra storia e diritto e ricorrendo alla scriminante della legittima difesa, ricostruisce i rapporti tra la borghesia latifondista e il movimento popolare che si sviluppò in Basilicata all’indomani dell’Unità d’Italia. Complici l’incontro con Maria, una promettente ricercatrice dell’Istituto di Storia Patria, e la lettura di Come divenni brigante, autobiografia di Carmine Crocco. In un finale imprevisto e imprevedibile, fuoriescono le trame di un compromesso con i poteri forti dell’epoca, come altre volte è avvenuto nella Storia della Repubblica. Un romanzo-inchiesta che ci riconsegna una rilettura della figura del brigante Ninco Nanco, demonizzata dalla stampa e dall’ideologia dell’epoca. Nelle filigrane di una prosa intima e profonda, si incrociano antropologia, analisi sociale, tensioni emotive e fatti realmente accaduti in terra di Basilicata a cavallo dell’Unità d’Italia.
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